Uricemia alta. Cause e rimedi.
Uricemia alta. Un problema che spesso non conosciamo o che non sappiamo a quali cause ricondurre. Proviamo a capirne di più.
Sappiamo che i parametri in grado di indicarci l’efficienza del metabolismo sono quattro: pressione, colesterolo, glicemia e acido urico.
Se più o meno tutti siamo a conoscenza, almeno parzialmente, delle alterazioni che possono riguardare glicemia, pressione e colesterolo (se vuoi saperne di più sul colesterolo e la sua funzione nell’organismo clicca qui), non è invece così frequente sentir parlare di acido urico. In realtà quando questo è presente nel sangue in dosi eccessive può causare danni non da poco all’organismo, oltre a contribuire ad alterare anche gli altri parametri metabolici che, come sappiamo, sono collegati tra loro. Ciò significa che all’alterazione di un parametro seguono di norma squilibri a carico di tutti gli altri parametri metabolici.
L’acido urico è il prodotto finale del metabolismo delle proteine, provocato per la precisione dalla scissione di alcune sostanze chiamate purine. Di solito viene scartato per via renale con le urine. Quando si interrompe l’equilibrio tra la produzione di acido urico e il suo scarto, nel sangue si può verificare una situazione di iperuricemia. L’acido urico, una tossina pesante e aggressiva, si deposita nell’organismo sotto forma di microscopici cristalli. Questi fanno invecchiare i tessuti e compromettono le normali funzioni degli organi nobili, come cuore e reni. E, accumulandosi nelle giunture, favoriscono anche dolori e difficoltà di movimento.
Quali fattori possono favorire l’aumento di acido urico nel sangue?
Il sovrappeso può essere uno dei fattori che favoriscono l’insorgere dell’iperuricemia, in quanto il grasso accumulato a livello addominale è terreno fertile per la ritenzione idrica e il conseguente accumulo di tossine e materiale di scarto come l’acido urico. Nello stesso tempo però il peso non è solo causa, ma può essere anche effetto del problema. L’accumulo di tossine, infatti, contribuisce a produrre una performance metabolica inferiore a quella di un corpo drenato e purificato, favorendo l’aumento di peso.
Chiaramente un’alimentazione ricca di proteine animali, provocando come scarto le purine di cui abbiamo parlato all’inizio dell’articolo, può predisporre a questo genere di squilibri. Ma ci sembra utile sottolineare che non solo la carne e i suoi derivati possono contribuire ad elevare i livelli di acido urico nel sangue. Per esempio il fruttosio è un dolcificante che può aumentarne la ritenzione. E per tenere a bada l’uricemia va posta molta attenzione anche sull’alcol, in particolare la birra (con un contenuto di purine maggiore rispetto al vino).
Tra le cause all’origine di alti livelli di acido urico, anche la predisposizione genetica gioca un ruolo determinante.
Ora forse sappiamo qualcosa in più di cause ed effetti dell’uricemia alta. Ma esistono rimedi in natura che possono aiutarci nel prevenire o contrastare gli effetti dell’acido urico? La risposta è sì, naturalmente.
Ibisco
L’ibisco è arrivato in Europa solo nel XVIII secolo ma in questi pochi secoli è riuscito a guadagnarsi uno spazio di tutto rispetto nelle nostre abitudini quotidiane e fra i rimedi fitoterapici più impiegati. Una delle peculiarità del fiore di ibisco è rappresentata dalla sua alta concentrazione di acidi organici che svolgono un’azione antisettica e diuretica. L’elevato contenuto di vitamina C, insieme ai polifenoli, svolge inoltre un’intensa azione antiossidante.
Tutti questi principi attivi lo rendono un rimedio molto efficace per agevolare attraverso la diuresi l’eliminazione delle tossine aggressive per l’organismo, compreso l’acido urico, responsabile di gonfiori, dolori articolari ed effetti negativi su reni, vasi sanguigni e cuore. Le sue proprietà fluidificanti e vasoprotettive lo rendono un ottimo supporto per il miglioramento della salute del sistema cardiocircolatorio.
Ortosifonide
L’ortosifonide è noto anche come tè di giava o baffo di gatto, in quanto i suoi fiori bianchi dai petali allungati somigliano proprio alle vibrisse del felino domestico. È presente soprattutto in Cina meridionale, nel Subcontinente indiano, nell’Asia sudorientale e in Australia, aree in cui è impiegato da sempre come pianta medicinale. Nonostante la sua provenienza esotica, l’ortosifonide ha una parentela alla lontana con il nostro basilico, percepibile nell’aroma delle foglie. Le sue proprietà terapeutiche trovano impiego in particolare per curare i problemi renali e la vescica. La sua azione principale è infatti quella diuretica e depurativa, svolta da flavoni e sinensetina, sostanze che aiutano ad aumentare il flusso di urina e a rilassare i muscoli delle pareti dei vasi interni. Per questo l’impiego di ortosifonide contribuisce ad abbassare i livelli di uricemia nel sangue.
Sinergia di attivi per una normalizzazione di tutti i parametri metabolici
Adesso sappiamo quali sostanze naturali possono aiutarci a contrastare il problema dell’uricemia alta. Ma abbiamo visto fin dall’inizio di questo articolo che i parametri in grado di rivelare se il nostro metabolismo è in buona salute o meno sono tutti correlati tra loro. Ciò significa che all’alterazione di un parametro metabolico ne seguono inevitabilmente altri.
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